29 mag 2014

Perché Grillo ha deciso di aiutare Renzi?

Oggi mi diverto a fare il complottista.

Il M5S arriva pari col PD di Bersani, Bersani li convoca per provare (con poche speranze) a mettere su un governo di cambiamento, di sinistra con appoggio esterno M5S. Crimi e Lombardi rifiutano sdegnati, Lombardi se ne esce con stronzate tipo "noi siamo le parti sociali, abbiamo un progetto sui prossimi 20 anni per l'Italia".
All'elezione del Presidente della Repubblica, dopo due diverse versioni delle quirinarie, viene fuori Rodotà, persona ovviamente ben vista a buona parte del PD. Il trappolone funziona, la base si rivolta, Bersani si dimette, Grillo esulta come un bambino. Si rifà Napolitano, si fa il governo Letta, il M5S contento sta a guardare.
Il PD fa il congresso, stravince Renzi.
Renzi offre a Grillo un accordo: in cambio di dialogo e approvazione della riforma elettorale, il PD restituirà il contributo pubblico. Accettare avrebbe significato mettere in ginocchio il PD, che è un partito organizzato ed ha i suoi costi, andare da 40 a 0 in tempo quasi istantaneo non è così semplice. Senza consultazione degli iscritti, ovvero la cosiddetta "rete", Grillo rimanda al mittente offendendo come suo solito ("Quella di Renzie è una scoreggina").
Vengono le amministrative, il M5S le straperde, Gambaro critica la linea comunicativa e viene messa alla gogna ed espulsa.
Si vota il DL pene alternative, due senatori 5s inseriscono un emendamento che abolisce il reato di clandestinità, vengono sconfessati con argomenti che neanche la DC (quanti voti portano al movimento?), scatta qualche mal di pancia e si ottiene che la cosa sia messa ai voti tra gli iscritti. Vince il si all'abolizione, nonostante il parere contrario di Grillo. Alla camera, il M5S vota contro la conversione in legge.
Renzi diventa presidente del consiglio, fa le consultazioni. Grillo non vuole che il M5S ci parli, teme l'abilità di comunicatore del segretario PD. Si vota tra gli iscritti, vince il si. Al contrario di quanto visto con Bersani e Letta, stavolta è Grillo in persona ad andare. E spara una supercazzola mentre Renzi praticamente lo percula (esci da questo blog!).
Nel frattempo il livello di propaganda del 5s cresce, in vista delle europee, tutto fa scandalo, ogni legge che passa è un favore a lobbymafiamassoneriapidue ecc ecc. E nel frattempo epura vari parlamentari che hanno osato criticarlo, con processo sommario e voto comune sui 4 epurati; altri lasciano il gruppo per protestare contro questa cosa.
Parte la campagna elettorale propriamente detta, Grillo usa toni incendiari ancor più che alle politiche, va a Piombino e spiega che il suo piano lavoro non esiste, esiste solo questo fantomatico reddito di cittadinanza. Parla di peste rossa, dice di essere oltre Hitler, che farà i tribunali popolari per politici giornalisti e non ricordo chi altro. I militanti veri o presunti fanno sfoggio anche peggiore di rigurgiti neofascisti. A condire il tutto, l'unica cosa chiara del programma 5s pare essere una sorta di marcia su Roma per cacciare Napolitano e sciogliere il Parlamento.
Poi l'errore finale: cerca di aporopriarsi della figura di Berlinguer, contemporaneamente scontentando la sua ala destra e portando molti che magari sarebbero stati a casa a votare PD.
Conclusione: PD quasi 12 milioni di voti, M5S neanche 6 milioni.
Ovviamente scatta il malcontento nei pentastellati. Allora, per condire meglio, incontra in gran segreto il leader dell'estrema destra Farage allo scopo di trattare un'alleanza. Altri mal di pancia, interviene la manganellatrice Lombardi ad avvisare i dissidenti che chi non si allinea è fuori.

E tutto pare aiutare Renzi, che ha una maggioranza parlamentare e di consenso ben maggiore di quella che aveva Bersani.

Dunque, perché Beppe aiuta Renzi e ha invece ostacolato così fortemente Bersani?

Gombloddoh!!!! 111! 1! 1!!! 1! 1! 1! 1!

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