31 gen 2014

Arbitro cornuto

Punto primo: ho fatto l'arbitro di calcio per la FIGC fino all'anno scorso, arbitrando qualche centinaio di partite dagli esordienti alla seconda categoria passando per tutto quello che c'è nel mezzo.

Punto secondo: come ci insegnò l'attuale presidente Nicchi, ci sono due periodi dell'anno, in particolare dicembre e febbraio, in cui delle squadre si rendono conto che il campionato gli sta andando male e per giustificarsi con se stesse e con i propri tifosi se la prendono con gli arbitri.

Punto terzo: quando fai l'arbitro ti càpitano giocatori di ogni genere. C'è il falloso e il pulito, l'educato e il maleducato, lo sportivo e l'antisportivo. Queste categorie sono associate in modo incorrelato tra loro: capita benissimo il calciatore falloso/educato/sportivo quanto il pulito/maleducato/antisportivo insomma le tre variabili dicotomiche sono mutuamente indipendenti. Mi spiego meglio. Capita un giocatore che ha rispetto per te e per gli altri calciatori, ti chiama "signore", non ruba i metri sulle rimesse, non simula, ma è parecchio falloso. E capita invece il giocatore che dal primo fischio ti rompe i coglioni su ogni azione e su ogni decisione, si tuffa sempre, ruba i metri, pur essendo magari dotato tecnicamente e per niente falloso.
Ora supponiamo, per un attimo, che il giocatore 1, ovvero il falloso/educato/sportivo, al 30° del primo tempo faccia un fallo un po' sopra le righe, ma appena fischi si ferma, dà la mano all'avversario per aiutarlo a rialzarsi e gli chiede scusa. Comportamento dell'arbitro: punizione e avvertimento verbale.
Ora immaginiamo invece il giocatore 2, quello pulito/maleducato/antisportivo, che allo stesso minuto di gara compie un fallo un po' sopra le righe; appena fischi, si incazza, alza gli occhi al cielo e urla "Ma cosa dici!!!!". Comportamento dell'arbitro: punizione e cartellino giallo (o rosso se nell'urlo inserisce anche delle offese tipo "Ma che cazzo dici coglione!").

Punto quarto: quando l'arbitro indica il dischetto, gli stolti guardano l'arbitro.

Per cui, a parte il fatto che una situazione come quella di mercoledi non si era mai vista, come in effetti non si era mai visto l'uso della "ghigliottina", prima di parlare a caso il M5S ragioni su quanto sia loro convenuto fare una campagna spesso infondata, strumentale, artificiosa e quasi sempre sessista contro la presidente Boldrini, che peraltro è di un partito di opposizione che ha votato contro il provvedimento in esame, invece di andare a mischiarsi con fascisti e legaioli a fare bordello. E si ricordino che il presidente è presidente di tutti, e che loro, porco di un grandissimo cane non sono un cazzo tutti e non hanno nessun diritto di parlare per tutti.

Dalla politica da curva alla politica dell'arbitro cornuto il passo non è neanche breve, è già fatto (vedi la farlocca accusa di attentato alla Costituzione a Napolitano).

29 gen 2014

Sondaggi, aggiornamento 29 gennaio 2014

Ricordo a chi guardasse (tutti e 4) di consultare le linee guida alla lettura di sondaggi.

Situazione al 29/gen/2014:

COALIZIONI


ZOOM sulle prime due



MAGGIORI PARTITI



PARTITI IN ODORE DI SBARRAMENTO



Commento dell'analista: PD trend discendente, M5S e FI in recupero. Coalizioni tecnicamente pari (lo saranno sempre se non c'è una distanza di 5%), e tutte sotto la soglia di premio del 37% con ottima confidenza. In basso, con soglia 4.5% nazionale ce la fa, ma non è detto, solo NCD, vedremo se ci sarà una cosa per salvare la Lega.
Commento del democratico antifascista meridionale e meridionalista: speriamo di no, e che i legaioli restino a casa loro, dove dicono di voler essere padroni. O era ladroni?

28 gen 2014

Sondaggi, aggiornamento 28 gennaio 2014

Ricordo a chi guardasse (tutti e 4) di consultare le linee guida alla lettura di sondaggi.

Situazione al 28/gen/2014:

COALIZIONI




MAGGIORI PARTITI



Dato che se ne fa un gran parlare per quanto riguarda se soglie, aggiungo da oggi anche i partiti più piccoli che hanno qualche speranza di arrivare in Parlamento; per scelta non pongo l'ipotesi che SC e UDC facciano una lista unica, se lo fanno dopo le mazzate che si sono tirati sono più buffoni di Grillo e Berlusconi messi insieme. Considero invece gli ex-AN insieme, tanto se non vanno insieme il Parlamento lo vedono col binocolo.

PARTITI IN ODORE DI SBARRAMENTO



Commento dell'analista: poca roba, elettorato statico, leggera tendenza crescente per FI e M5S, PD piatto-calante.

23 gen 2014

Sondaggi, aggiornamento 23 gennaio 2014

Ricordo a chi guardasse (tutti e 4) di consultare le linee guida alla lettura di sondaggi.

Situazione al 23/gen/2014:

COALIZIONI


MAGGIORI PARTITI


Commento dell'analista: le rette sono quasi tutte orizzontali. L'elettorato in Italia è fermo.

21 gen 2014

Studio sistematico dei sondaggi e regressione lineare delle coalizioni

Oggi comincio a pubblicare uno studio dei sondaggi pubblici (la mia unica e sola fonte, in quanto unica certificata, è il sito della Presidenza del Consiglio).

La tecnica che uso è la seguente:
  • segno, per ogni sondaggio, data di esecuzione (non di pubblicazione!), stime sui principali partiti al netto di astensionisti, indecisi, bianche e nulle e cardinalità del campione;
  • se un sondaggio fosse eseguito spalmato su più giorni, prendo la data finale come data indicativa;
  • se in uno stesso giorno ci fossero più sondaggi, il dato per quel giorno è rappresentato dalla media pesata [1] dei sondaggi eseguiti in quel giorno;
  • le coalizioni che considero sono quelle considerate dai principali sondaggisti: PD/all. = PD, SeL, SVP, il Megafono, Socialisti; FI/all. = FI, NCD, Lega, vari post AN (tutti insieme, ovvero La Destra + Movimento per Alleanza Nazionale), MPA e simili, etc; Centro = SC e UDC (FLI ormai non lo riportano nemmeno, immagino sia rientrato nei post AN); Rif/IdV/All quello che alle scorse si è presentato come Rivoluzione Civile; M5S va da solo;
  • messi i dati, eseguo regressione lineare; per chi può capirlo, a costo di avere maggiore incertezza, i termini di calcolo della retta non sono pesati in base alla cardinalità del campione sulla singola data.
  • dal 20 marzo in poi, la regressione lineare è pesata, e questo si dovrebbe tradurre in maggiore accuratezza, diciamo che la mia stima dell'incertezza di questo studio è 1.5% a partito.
Avviso ai naviganti: se sto facendo questa faticaccia è, oltre perché sono un fottuto nerd, per sparecchiare un po' di cazzate che circolano nel giornalismo italiano quando c'è da leggere un sondaggio. Pertanto scrivo qui alcune cose sempre valide da sapere sui sondaggi, almeno quelli fatti con crismi scientifici.
  1. i sondaggi sono stime eseguite su un sottoinsieme molto piccolo (in genere 800 o 1000 unità, raramente 1500) della popolazione [2];
  2. il campione non è scelto a cazzo di cane, ma è scelto con opportune e scientifiche tecniche di dimostrata validità che sono riportate quando si scarica il sondaggio dal sito;
  3. la gente ha da fare e non è ben disposta a rispondere alle domande perdendo mezz'ora di vita, per cui è normale che per avere 1000 risposte servano 5000-6000 tentativi;
  4. ogni sondaggista ha dei "numeri magici" con cui corregge la stima, e a volte li usa per portare acqua al suo mulino, altre per migliorare le stime; ma prendendo sondaggi da tutte le fonti dal TgCom a Ballarò la cosa si compensa;
  5. in quanto stime, i sondaggi sono endemicamente ed ineliminabilmente affetti da incertezza;
  6. l'incertezza è una stima a priori dell'errore commesso ed è a sua volta una stima affetta da incertezza, ma non è fatta alla cazzo di cane ma anche questa calcolata con tecniche di provata validità scientifica;
  7. il modo migliore per leggere un dato affetto da incertezza è il seguente [3] : se in un sondaggio a incertezza 3.5% il PD è dato al 30%, significa che c'è una probabilità pari al 95% che il dato reale del PD sia tra 30% + 3.5% e 30% - 3.5%;
  8. in conseguenza, quando un giornalista coglione, ignorante o in mala fede dice cose tipo "il PD prende, rispetto alla precedente rilevazione, uno +0.3%" sta dicendo una cosa che è scientificamente una cazzata, mentre la dizione sensata in un caso del genere sarebbe "il dato del PD è compatibile con quello della precedente rilevazione";
  9. esiste una legge matematica per cui, avendo N rilevazioni indipendenti, l'incertezza diminuisce come la radice quadrata di N [4];
  10. i sondaggi su 800 persone hanno in genere incertezza 4.5%, quelli su 1000 persone 3.5%, quelli su 1500 persone 2.5%;
  11. facendo la regressione lineare dovrebbe diminuire l'incertezza, ma non conoscendo quanto siano indipendenti i campioni dei vari sondaggi, non mi arrischio a fare a mia volta una stima di incertezza, tuttavia quest'incertezza è certamente minore di 2.5%.
Data questa doverosa premessa, la situazione che viene fuori dai sondaggi dall'inizio dell'anno a oggi è quella raffigurata.




Dato che ancora si sa un cazzo di come sarà la legge elettorale, aggiungo il grafico dei 3 principali partiti.



Divertitevi.

_____________________
[1] Se nel sondaggio A, eseguito su 1000 persone, il PD è stimato a 30% e nel sondaggio B, eseguito su 800 persone, il PD è stimato a 29%, il dato del PD per quel giorno nel mio studio sarà:

30% * 1000 + 29% * 800
------------------------------------- = 29.56%
           1000 + 800

[2] "Popolazione" è un termine tecnico della statistica, nel nostro caso si intendono i circa 50000000 di cittadini maggiorenni in possesso dei diritti politici attivi.
[3] Questo modo non è sempre valido, ha delle ipotesi alla base, ma non voglio fare lezioni di statistica che tra l'altro non sarei in grado di fare.
[4] Cioè se ho 16 sondaggi a incertezza 3.5%, combinando i dati e supponendo che siano indipendenti potrei stimare l'incertezza finale in 3.5%/4=0.88%

Sulla legge elettorale

Premessa.
A me piacciono i collegi uninominali. Mi piace, a elezioni finite, sapere che Tizio è il mio deputato e Caio il mio senatore. E la forma di parlamento che mi piacerebbe l'ho descritta qui.
Fine premessa.
Supponiamo, per un attimo, che mi vada bene una legge proporzionale con premio di maggioranza alla coalizione che prenda più del tot %, con collegi piccoli e liste corte bloccate.
L'obiettivo dichiarato di siffatta legge elettorale è l'ottenimento della governabilità anche tramite l'impedimento ai cespugli da 2% di esercitare veti finendo per contare più dei partiti da 30%, e di conseguenza la spinta, nell'immediato o nel futuro, verso un sistema bipartitico come quello statunitense o comunque delle maggiori democrazie europee e nordamericane.
Allora c'è qualcosa da cambiare assolutamente.
0. Prima di tutto nessuno possa candidarsi in più collegi, o si ricade mestamente nel Porcellum.
1. La legge elettorale deve sopravvivere a chi l'ha scritta. Oggi appare che nessuna coalizione possibile possa prendere il 35% ma domani le cose potrebbero cambiare. È chiaro che Renzi sia convinto di poter raggiungere il 35%, ma appunto la legge elettorale deve sopravvivergli.
2. Se davvero vogliamo dare una spinta verso un sistema bipartitico, questa soglia è in controsenso: ad oggi nessun partito può, da solo o in compagnia di pochi e fidati alleati, raggiungere il 35%, e nessuna coalizione per quanto piena e variegata può raggiungere il 40%. Dunque una soglia così bassa invoglia a mettere su una coalizione-carrozzone per tentare di vincere al primo turno. Mentre un premio al 40%, in quanto irraggiungibile anche in coalizione [1] porterebbe a coalizioni più omogenee,  tipo PD-SEL o FI-Lega, che si giocherebbero il premio di maggioranza al secondo turno.
3. Gli sbarramenti devono essere uguali per chi si presenta dentro e fuori da una coalizione.  Se un cespuglio teme per la sopravvivenza, lo ammetta a se stesso e rinunci a una parte della propria sovranità politica federandosi a un partito più grande. A questo punto, peraltro, l'apparentamento a monte tra partiti sarebbe inutile.
4. Sarebbe bene mettere le preferenze o istituzionalizzare le primarie, ma se devo scegliere una battaglia politica la faccio sulle due cose di cui sopra.
A questo punto avremmo una legge elettorale che garantisca la governabilità, perché avere un premio ma doversi portare dietro partitucoli per ottenerlo non è efficace. 

Postilla.
Questo sistema, frutto dell'accordo raggiunto con FI, ha come ipotesi la trasformazione del Senato in camera non elettiva e che non dà la fiducia. Renzi ha dimostrato di saperci fare in più occasioni [2]. Ma Berlusconi è Berlusconi. E la modifica del Senato richiede, Costituzione alla mano, almeno 4-5 mesi. Renzi porti prima a casa la riforma elettorale, che temporaneamente tenga anche per il Senato la stessa modalità [*]. E poi si proceda alla modifica costituzionale. Il giaguaro morente è ancora più pericoloso.
Passare da spregiudicato a ingenuo [3] è un lampo.

Postilla 2, momento di orgoglio democrat.
Mentre lo scontro interno alla destra si basa su "traditore", "valjassa", "siamo berlusconiani", "siamo diversamente berlusconiani", lo scontro interno interno al M5S si basa su "tu ti vuoi tenere i soldi della diaria", "talebani", "ribelli", "se non sono democratico allora fuori dalle palle", sullo scontro interno alla Lega soprassiedo per amore di patria, vedere che lo scontro interno al PD è fatto di Renzi che cita Gramsci e Cuperlo che cita Pio VII dà uno scatto d'orgoglio.

Postilla 3, momento di cazziatone democrat.
Certo segretario che la cazzata su Cuperlo te la potevi e dovevi risparmiare. Capisco la strategia politica di legittimare un'ameba (politicamente e nel senso della leadership parlando) come Fassina piuttosto che un intellettuale come Cuperlo, ma se Fassina parla a nome dei 12000 delle primarie, Cuperlo parla a nome del 38% degli iscritti (~150000) e del 18% (~520000) dei simpatizzanti. Io stavo da un'altra parte e l'ho criticato aspramente, ma questo è un fatto.
____________________
[1] Male che gli vada M5S più rifondaroli vari un 23% lo fanno.
[2] Rispondere alle critiche dell'area Cuperlo citando D'Alema che cita Gramsci sulla subalternità culturale ne è solo l'ultimo esempio.
[3] Leggi "pigliarlo in culo".
[*] leggo ora (21/gen 14.34) della clausola di salvaguardia per cui almeno su questo mi dichiaro soddisfatto.

18 gen 2014

Ma cos'è la destra e cos'è la sinistra (almeno nel PD)

Ultimamente sento molti riferimenti all'area del PD che ha sostenuto Cuperlo come "sinistra PD".
Per cui ho pensato fosse il caso di chiarire quale sia il metodo e il criterio per etichettare le diverse ali del partito. Non basta autodefinirsi x per essere x.
Quale criterio dunque?
1. Il partito di provenienza? Non avrebbe senso, dato che tanti non hanno un partito di provenienza ma hanno iniziato a fare politica nel PD senza passare da DS o Margherita.
2. La visione economica? A parte che può cambiare secondo il periodo, dire che quest'azione è di destra quest'altra di sinistra è troppo opinabile per i miei gusti.
3. La visione sui diritti? Poiché purtroppo continua ad essere un tema di secondo piano, creerebbe mostri, nel momento in cui Fioroni sosteneva Cuperlo.
Penso che siamo il partito delle primarie e dunque il criterio debba essere correlato alle primarie.
In particolare suggerisco il seguente criterio: dove pesca il bacino elettorale delle primarie?
Renzi risulterebbe chiaramente la destra, dato che alle primarie oltre agli elettori del PD lo ha votato gente che di norma gravita a destra del PD.
Civati risulterebbe la sinistra, dato che oltre agli elettori del PD lo ha votato gente che gravita a sinistra del PD.
Cuperlo ha avuto una base elettorale composta praticamente solo da elettori storici del PD, per cui  risulterebbe essere il centro.
Per cui soprattutto i cuperliani che hanno già scaricato Cuperlo si mettano l'anima in pace. Non sono e non saranno mai la sinistra del partito. 

17 gen 2014

Sunset Boulevard

Grillo sulle ipotesi di legge elettorale: "Alla spagnola, alla tedesca mista all'inglese, con premio alla finlandese con il triplo turno carpiato."

Non vi sembra di averlo già sentito? (al min. 6 , ma fossi in voi lo guarderei tutto).




15 gen 2014

Il Bicameralismo Efficiente

Ci stiamo fissando sul Senato delle Autonomie, che non è neanche detto che serva dato che l'Italia non è uno Stato federale.

Nel frattempo, la Consulta ci fa giustamente notare che la rappresentanza deve essere proporzionata (il che non significa automaticamente proporzionale).

Per cui, con l'approccio ingegneristico che mi è proprio, sono giunto ad un'elaborazione che sottopongo ai 2.5 lettori di questo blog: dal Bicameralismo Perfetto al Bicameralismo Efficiente.

Due camere con la stessa base elettorale (cittadini maggiorenni in possesso dei diritti politici attivi) ma numeri, funzioni e legge elettorale diversa. E magari anche tempi elettorali, visto che il principio delle elezioni di mid-term degli USA mi sembra che funzioni.

Camera: 400 deputati (~ un deputato ogni 150000 cittadini) con funzione legislativa e unico organo che dà la fiducia al Governo. Eletta con un sistema assolutamente maggioritario [1] ma possibilmente a doppio turno per evitare eccessi di non corrispondenza Governo - Popolo

Senato: 250 senatori (~ 1 ogni 240000) eletti con sistema totalmente proporzionale con sbarramento minimo con funzioni di controllo (Copasir, revisione del bilancio), di inchiesta (Antimafia, Stragi, commissioni temporanee, interrogazioni parlamentari al Governo) e, se passasse la storia del premierato forte o sindaco d'Italia che dir si voglia, opera di controllo sull'operato del presidente del Consiglio.

Va da sé che si tratta solo di una traccia da sviluppare meglio, ma in questo modo si avrebbe una camera legislativa a tempo pieno, eletta in modo da garantire la governabilità, ed una di controllo a tempo pieno, eletta in modo da garantire la rappresentanza. Il numero totale di Parlamentari sarebbe praticamente identico alla sola Camera attuale, il meccanismo di elezione del Presidente della Repubblica nonché il suo ruolo attuale di arbitro e la procedura di revisione della Costituzione rimarrebbero invariati.

A me sembra un buon punto di partenza, ma si sa che ogni scarrafone è bell a mamma soje.

_______________________
[1] Non essendo mai stato renziano non temo di dire che l'idea del "Sindaco d'Italia" mi è sempre sembrata buona, non foss'altro che per l'evidenza sperimentale che l'Italia ha, dai tempi degli Etruschi, sempre avuto città amministrate meglio degli Stati centrali

13 gen 2014

Sulla forma di Stato e di governo - dialogo sopra la democrazia

Dopo un vivace scambio di tweet con Marco Pizzino (@DeathMarco14), ho deciso di sistematizzare il nostro dibattito, ospitando la sua Tesi e controbattendo.

Questo post è lungo e cervellotico, sconsigliato a chi si stanca presto e non apprezza la filosofia e la scienza o quanto meno le seghe mentali. Inizio riportando il documento autografo di Marco:

Nel corso degli ultimi anni trascorsi tra Libri di Storia, Blog di Politica Internazionale e
semplici chiacchiere, ho visto mutare il mio pensiero politico e il primo a sorprendermi fui
io stesso.
Come persona non sono mai stato incline ad interessarmi al modello Partitico della
Democrazia Parlamentare in Italia. Non ho mai ritenuta esatta l’idea che ci si debba
schierare da una parte o dall’altra per avvalorare e portare avanti delle idee, tanto che più
volte negli anni - quando ancora avevo un barlume di politicizzazione democratica in me -
una volta propendevo per una parte una volta per l’altra a seconda di quale fosse la
proposta di Legge o l’Idea di base che muovesse un’iniziativa Politica che potesse
interessarmi.
Altresì non ho mai espresso grande amore per le Grandi Dittature del XX Secolo perché in
esse, come tutte le persone che amano la Libertà in senso reciproco e assoluto del
termine, ho sempre visto i ben noti a tutti elementi di coercizione e di violenza sull’individuo
non schierato a favore di esse minandone già la simpatia per loro (questo per confutare i
possibili accusatori di nostalgia di certi regimi).
Molte volte mi sono interrogato su come intere masse di persone avessero potuto dare
largo consenso a Dittatori Sanguinari che noi tutti conosciamo; così, armato di curiosità,
presi i libri di Storia e mi misi a ripassare.
Con somma sorpresa vidi che le Dittatura più sanguinaria del nostro tempo, il Nazismo,
non è nata dalle ceneri di Stati Repressivi ma fu preceduta da un periodo di grandi
fermenti Democratici e di Libera circolazione di idee che hanno favorito persone come
Adolf Hitler ad alimentare la fiamma della follia tutelato da quelle leggi con cui egli stesso poi prese pieni poteri sino ad abolirle.
Ricordiamoci che prima dell’ascesa di Hitler, che qui sarà il mio esempio, la Germania era
investita, oltre che dalla Crisi del ’29, da una forte incertezza economica e instabilità
ideologica dovuta alla Sconfitta della Prima Guerra Mondiale e alle pesanti sanzioni che il
Trattato di Versailles impose alle Germania, riducendone di fatto sia il potere di
controllo sulle Forze Armate sia il potere di controllo sul Libero Mercato delle proprie
merci quanto delle proprie idee di mercato. In questo quadro complicato, come ci è noto,
non fiorirono associazioni solo di stampo totalitario ma vi fu una vera e propria rinascita e
partecipazione associativa variegata che contrapponeva ai Nazionalsocialisti molti Partiti
di stampo più o meno moderato, alcuni intenzionati a ristabilire una Politica Bismarkiana
conservatrice, altri a impostare un modello social-democratico più libero; altri, estremisti
quanto Hitler, chiaramente schierati a favore della neonata Unione Sovietica.
L’elenco delle vicende che portarono Hitler al potere sono note ma il dettaglio che ci
sfugge ogni volta che leggiamo la storia di questo carnefice, metafora stessa delle atrocità
che l’essere umano può compiere, è che lo stesso, e il suo partito, ottennero in Germania
nelle elezioni prima del Golpe il 33% e in seguito il 44% dei voti. La mia riflessione sulla
Democrazia e sulla Giustizia che da essa ne può derivare parte proprio da qui:
“Come può una forma di potere, in varie forme di governo conosciute nel corso della storia
che,
de facto, garantisce la libera associazione e circolazione di ogni idea, nazismo
compreso, essere la garanzia per la Giustizia delle persone?”
Da queste riflessione le mie idee si sono sempre più allontanate dal concetto cardine su
cui la Democrazia si basa:
Il Voto.
Il Voto come tutti sappiamo, sia nel sistema proporzionale che maggioritario, garantisce ad
una persona (o partito) di portare la propria istanza dinnanzi alle persone e, convincendole
delle proprie buone intenzioni, cercare da esse un Voto che può portare loro al potere in
rappresentanza degli stessi che li hanno preferiti agli avversari.
Ma se nella logica questa scelta può ritenersi assolutamente condivisibile, non ci sarebbe
niente di più giusto al mondo, nella pratica il sistema democratico favorisce la nascita di
qualsiasi tipo di forma partito con qualsiasi modello di idee all’interno e, se questa ottiene
la maggioranza dalle persone che hanno votato, allora tale maggioranza siederà al
governo con forti poteri decisionali sulle persone, anche coloro che avevano espresso forti
perplessità preferendo altri o, addirittura (come me), non preferendo nessuno.
In breve la Democrazia dà il potere ad una Persona Disonesta, che per ragioni personali
ed economiche cerca una via parzialmente legale per salvarsi da possibili processi e in
virtù del suo potere economico sceglie di corrompere parte del sistema politico e
ammalando il concetto stesso di voto (vi ricorda qualcuno negli ultimi 20 anni della Storia
d’Italia? Uno a caso.) di mettere in piedi un Partito per aggregare un numero nutrito di
persone, ingenue o disoneste com'egli stesso, e farsi carico delle istanze proprie di questa
schiera di persone che, volenti o nolenti, in un sistema democratico hanno garantiti dei
diritti che altrimenti non avrebbero in alcun sistema che trovi nella Giustizia e nel Bene
(Assoluti e non come concetti relativi) gli unici fondamenti dell’esercizio di governo (che io
non chiamerò mai potere).
Da questi semplici presupposti ho capito che la Democrazia, per quanto a livello teorico
sia una garanzia per la libertà (libertà e democrazia ricordo non siano sinonimi)
d’espressione del singolo individuo, può altresì (nel suo lato oscuro), essere un sistema
che garantisce, fino a prova contraria, un sistema corruttivo allargato dove quegli stessi
diritti che dovevano salvaguardare l’efficienza di un Paese ora sono subdolamente usati
per alimentare un malaffare generalizzato e connaturato non solo nella classe politica ma
anche nella vita comune di tutti i giorni di molti cittadini (vi ricorda qualche Paese?).
Così mi sono documento: ho iniziato da Rothbard, ebreo statunitense affermato
economista e padre fondatore della scuola Libertarian (consiglio a tal proposito di leggere
il breve libro “Società senza Stato”). Sono incappato nella Repubblica di Platone,
passando per Nietzsche e Lao Tze e, per quanto ognuno di loro propendesse per una
Società dove la Libera Circolazione delle Idee fosse un caposaldo fondamentale, altresì
ne era, anche, un caposaldo l’impossibilità di conciliare tale presupposto di vita sociale
con il sistema Democratico poiché quest’ultimo non compie mai scelte sulla qualità degli
individui che decidono e votano né su chi votano, né sulle qualità morali di coloro che
stanno votando.
La mia obiezione alla Democrazia non è un tentativo nostalgico di porre a Capo di un
Sistema un potere costituito che mini la libertà degli individui (che essi siano bianchi,
omosessuali, eterosessuali, di colore opposto al mio, donne o uomini), anzi; ma il tentativo
di porre il dubbio, e non di formulare una soluzione, di quanto il sistema Democratico se
da un lato garantisce Diritti a tutti li garantisce anche a chi è disonesto e recidivo.
La mia obiezione punta a chiedere se la Società Civile è matura abbastanza da
riconoscere in un modello, il più simile alla Repubblica di Platone, una scelta di governo
giusta per gli individui, anche di coloro che non godranno delle stesse capacità di decidere
delle persone a capo di essa. Siamo abbastanza saggi e abbastanza altruisti da mettere
da parte il nostro ego ferito e capire che forse non sempre la nostra saggezza è in grado
di scegliere per noi stessi e per gli altri, siamo capaci di dare a persone Migliori di noi il
potere che noi non sapremmo gestire?
E’ vero che sia molto difficile stabilire chi sia Migliore e in ciò sta il forte paradosso della
mia idea, nessun Migliore se è davvero tale si sente autorizzato ad avere potere sugli altri
perché lui stesso ne vede i limiti e i lati oscuri di tale scelta (questo è un concetto
fondamentale alla base della Via che Lao Tze spiega in modo elusivo proprio perché
l’elusività è alla base dei principi taoistici in netta contrapposizione alle forme regolate del
confucianesimo); altresì però se per assurdo
dimostrassimo (a mio modesto parere qui la dimostrazione controfattuale, generalmente chiamata "per assurdo" non c'entra, penso Marco intendesse dire qualcosa come 'ipotizziamo che', nota del curatore) che un Migliore esiste e che esso,
assieme ai suoi pari, avesse potere di servire (e non comandare), capirebbe quali scelte
siano mosse dalla disonestà e quali mosse dal bene soggettivo o collettivo che
un individuo può avanzare nella vita Civile di ogni giorno.
So bene che nella mia breve digressione non si accenna ad una forma di governo
determinata ma ho solo citato le fonti da cui questa mia riflessione e per cui ri-elenco per
chiunque avesse voglia di approfondire:
Rothbard (Società senza Nazione), Platone (La Repubblica), Lao Tze, Nietzsche,
Tocqueville, ricerche di blog correlate ad essi e sull’argomento “Limiti della Democrazia” e
Società Post-Democratica.
Comprendo che ancora io stesso non ho trovato risposta e soluzione al quesito che mi
sono posto. Ho la certezza assoluta però che la Democrazia non sia la forma più giusta
per dare ad ogni uomo la Giustizia che merita.
In merito voglio salutare e ringraziare la persona con cui ho avuto un acceso dibattito, e un
fervente democratico, Dario per l’ opportunità di ordinare, seppur in modo molto breve
(servirebbe un libro a tal proposito) le mie idee riguardo la Giustizia all’interno di una
Società.
Lascio con una citazione di un Generale Tedesco padre della Tattica e Strategia Moderna,
studiato non solo negli ambienti accademici militari da ormai cento anni ma anche nelle
Università di Economia o da curiosi come me riguardo al fatto che non ho dato risposte
soddisfacenti per un tema così caldo:
“Guai alla Teoria che si metta in opposizione allo Spirito” ...e io ho seguito il mio.
Marco


Innanzi tutto ringrazio Marco per la disponibilità al dibattito, cosa che ne fa un democratico più di quanto pensi egli stesso.
Dopodiché, entro nel vivo. Comincio con una spolverata di Aristotele sulle forme di Stato e di Governo. Aristotele era, rispetto ai suoi contemporanei, quasi uno sperimentale. L'osservazione del fenomeno era per lui molto importante, al contrario del suo maestro Platone che era invece un po' più scollegato dalla realtà e idealista (non certo in senso fichtiano, semmai, per l'appunto, platonico). Aristotele riportava tutte le forme di Governo in 3 categorie, che contenevano la versione buona e la corrispondente versione corrotta:
Monarchia vs Tirannide
Aristocrazia vs Oligarchia
Politìa vs Democrazia [1]

La Monarchia è la forma in cui un sovrano, amato dal popolo, fa il bene del popolo pur mantenendo un saldo potere nella sua persona. La Tirannide è invece il caso di un sovrano autocratico che mantiene il potere con la forza e schiaccia il dissenso.
L'Aristocrazia è il governo dei migliori, cioè uno Stato in cui il potere è demandato a un ristretto circolo che, in virtù di maggior saggezza e capacità, sa decidere cos'è meglio per il popolo [2]. L'Oligarchia è un governo di pochi che si arrogano il potere con vari mezzi e tendono all'autoconservazione in quanto fanno i propri interessi e non quelli del popolo.
La Politìa è lo Stato in cui le decisioni, in un modo o nell'altro, sono prese da tutti mediante voto, assemblea o altro [3]. La Democrazia è lo Stato in cui un arruffapopolo seduce la maggioranza spingendo sulla sua pancia e in questo modo fa il bene suo o di chi vuole lui, facendo credere al popolo di decidere quando invece non è così.

Con tutti i limiti del caso, se servisse un sistema di classificazione estremamente semplificato, trovo che questo di Aristotele sia molto buono.

Per cui mi sembra di capire che Marco esprime la volontà di una aristotelica Monarchia, vedendo bene come gli Stati che pretendono di essere una Politìa finiscano regolarmente o quasi in una tra Oligarchia o Tirannide per mezzo della degenerazione Democrazia.

Ecco, la mia opinione al riguardo è che la tesi esposta sia un magnifico modello logico che però ignora molta parte dell'evidenza sperimentale. I modelli teorici si basano su determinate ipotesi, che come ben sa chi è avvezzo alla matematica, alla fisica o alla logica e alla filosofia, in quanto tali non devono essere dimostrate. Tuttavia, chi è avvezzo alla scienza sa che quando si cerca di applicare un modello a un fenomeno, la prima cosa da controllare è se le ipotesi siano verificate e in che misura.

Il modello proposto si basa sull'ipotesi di esistenza del Migliore.
Ora, prima di tutto una notazione di ordine linguistico: nel momento in cui si pretende che il Migliore sia tale in senso assoluto e non relativo, l'utilizzo del superlativo relativo è un'evidente contraddizione in termini, per cui per me sarebbe più adatto utilizzare il superlativo assoluto Ottimo e non il relativo Migliore.
In secondo luogo, non esiste a tutt'oggi una sola evidenza sperimentale che tale Migliore esista. In particolare, l'evidenza sperimentale ci dice questo:
  • ovunque il potere si sia concentrato in un'unica persona, si può dire con certezza che questa non fosse un Migliore; persino Alessandro il Grande, forse uno tra i più illuminati monarchi, o Napoleone Bonaparte, repressero nel sangue molti scontenti e in generale uccisero un gran numero di persone;
  • il Migliore sa capire quando non è più Migliore e dunque deve farsi da parte; ma ogni volta che c'è stata una persona sola al comando, non si è fatta da parte finché non è morta o è stata deposta con la forza;
  • il Migliore è riconosciuto da tutti come tale (questa era in un tweet, non riportata nella stesura, Marco correggimi se sbaglio); ma per avere la capacità di riconoscere che il Migliore è tale, dovremmo essere tutti Migliori. Ma se fossimo tutti Migliori di fatto non servirebbe un governo, in quanto tutti decideremmo in autonomia il Meglio.(questa cosa sembra molto correlata all'Ubermensch nicciano).
Mi sembra, inoltre, che Marco confonda la democrazia rappresentativa con la dittatura della maggioranza. Non basta il voto per definire democrazia una forma di Stato, e in questo l'evidenza sperimentale del Partito Nazista che vince le elezioni parla chiaro. Una democrazia è per me (e penso che si possa concordare) una forma di Stato in cui c'è innanzi tutto il rispetto dei Diritti Fondamentali dell'Uomo e del Cittadino (Vita, Salute, Libertà di pensiero ed espressione, Libertà di associazione, Diritto all'equo processo, Diritto alla proprietà privata [4]); solo successivamente (o meglio, in conseguenza) il voto e il rispetto delle minoranze. In effetti sembrerebbe che nella libertà di pensiero sia compresa la libertà di essere fascisti, ma di fatto non è così nella maggior parte delle democrazie europee (mentre ad esempio negli USA il Partito Nazista Americano ha ottenuto dalla Corte Suprema il diritto ad esistere). In altre parole, per evitare un cortocircuito, la democrazia sul modello europeo uscito dalla Seconda Guerra Mondiale prevede la libertà di esprimere ogni pensiero eccetto quelle ideologie che compendiano l'assenza della libertà di pensiero (vedi ad esempio la Disposizione Transitoria e Finale della nostra Costituzione riguardo il ricreare il Partito Fascista, che alla fine dei conti non impedisce però l'esistenza e il presentarsi alle elezioni di neofascisti dichiarati come Casapound e Forza Nuova).

La mia conclusione, andando a un livello di astrazione maggiore, è che la disamina di Marco dei problemi della democrazia (non quella aristotelica, stavolta) sia spietata ma in larga parte esatta, purtuttavia l'estrapolazione che ne fa è inesatta in quanto basata su ipotesi non verificate nella realtà, più o meno come la disamina altamente scientifica ed esatta di Marx del sistema capitalistico che porta all'estrapolazione altamente inesatta del sistema socialista.

Faccio un paragone per portarla un po' di più nel mio campo. La Tesi di Marco è il sistema Tolemaico: idealmente bellissimo e perfetto, ma basato su un'ipotesi completamente errata (l'immobilità della Terra posta al centro dell'Universo). L'attuale sistema del cosiddetto mondo occidentale della democrazia rappresentativa è il sistema Copernicano-Kepleriano: molto più brutto (pensare di essere il centro dell'Universo fa più figo che ammettere di essere un infinitesimo mucchietto di carbonio intorno a una stellina del cazzo, non prendiamoci in giro), inesatto (non riesce a calcolare la precessione del perielio di Mercurio, ad esempio), fallace in molti campi (rivela gravi problemi sulla propagazione della luce deviata dalla gravità dei corpi massicci). La relatività speciale e la gravitazione hanno condotto ad un netto miglioramento (il loro equivalente socio-politico mi sembra ancora assente).

Le ipotesi che ritengo molto più verificate sono quelle hobbesiane dell'homo homini lupus. E l'evidenza sperimentale mi dice che (si vedano tutti gli esempi riportati da Amartya Sen in La democrazia degli altri. Perché la libertà non è un'invenzione dell'Occidente) la democrazia, con tutti i suoi limiti, ha una funzione di paracadute nel caso di disgrazie, naturali o man-made che siano.

Certo è che la democrazia rappresentativa europea è attualmente in un momento di crisi, dalla quale si può uscire o ripiombando nel populismo come viatico per una dittatura della maggioranza o di una minoranza autocratica, oppure in altro modo. Io suggerisco l'altro modo.

L'altro modo secondo me si riassume in questi principi:
  • la base rimane comunque la democrazia parlamentare, dunque è fondamentale la separazione dei poteri a cui nella società odierna è necessario aggiungere il potere mediatico e quello economico;
  • perché la democrazia parlamentare sia una democrazia partecipata e non una democrazia delegata che scade regolarmente in oligarchia, è necessario un impegno costante, in più forme dall'associazionismo al movimentismo passando dalla partecipazione diretta ai partiti politici, dei cittadini;
  • correttivi di democrazia diretta come referendum propositivi oltre che abrogativi con sistemi di calcolo del quorum che tengano conto dell'astensione fisiologica;
  • inserimento, di fianco alla punizione del disonesto, il premio per l'onesto (vedi Johnatan Swift, I viaggi di Gulliver, l'amministrazione della giustizia presso i Lillipuziani)
  • severe regole di antitrust per evitare posizioni di netta predominanza del potere mediatico e finanziario [5].
Probabilmente, soprattutto l'ultimo punto, è impossibile quanto l'esistenza del Migliore. Ma anche la Teoria della Gravitazione non riesce a spiegare tutto (es. i "capelli" di energia dei buchi neri), esattamente come il sistema copernicano non spiegava la precessione dei perieli di Mercurio.

E dunque concludo anche io con una citazione, di una persona che non è esattamente vicina alle mie idee:
È stato detto che la democrazia è la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte quelle forme che si sono sperimentate fino ad ora.
(Winston Chuchill)
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[1] La democrazia è per Aristotele la forma corrotta, oggi lo stesso principio sarebbe probabilmente meglio espresso con la parola "Demagogia" o "Populismo".
[2] Risulta evidente il richiamo alla Repubblica di Platone.
[3] Ricordiamo che Aristotele viveva al tempo delle Città-Stato, e che l'unico esempio di Stato Nazionale/Regionale che aveva sott'occhio era la Macedonia di Filippo.
[4] Praticamente la Dichiarazione Universale nella sua prima stesura più la libertà di associazione.
[5] E questa è ovviamente la cosa più difficile da ottenere

In memoria di Fabrizio Fabbri

Stamattina, durante operazioni di routine di accodamento di un vagone ad una motrice alla stazione di Firenze SMN, è morto in un tragico incidente l'operaio di FS Fabrizio Fabbri.
Aveva 34 anni. Quattro più di me, uno meno di mia sorella. Lascia la compagna e un figlio piccolo.

Io sono un pendolare, prendo ogni mattina (stamattina per puro caso no, perché faccio mezza giornata) il treno a Santa Maria Novella.

Chissà quante volte Fabrizio ha montato il mio treno, consentendo a me e a tanti altri di raggiungere la scuola, il lavoro, gli amici o i parenti, o anche semplicemente il mare o altro posto in cui divertirsi. L'incidente è accaduto sul binario 2, il binario del mio treno.

Forse la vicinanza d'età, forse la simile situazione familiare, forse il fatto che stesse lavorando sul binario del mio treno, fatto sta che senza togliere nulla a nessuno né con alcuna intenzione di disturbare, vorrei dire alla famiglia di Fabrizio che mi sento molto vicino al loro dolore.

E spero non me ne voglia nessuno, ma vorrei ribadire un mio vecchio e sempre attuale cruccio.

L'Italia è una Repubblica fondata sul Lavoro. Chi muore mentre sta facendo il suo lavoro deve avere funerali di Stato.

Magari così i rappresentanti delle istituzioni, non potendo mai stare a casa perché in Italia ci sono circa 1.5 morti sul lavoro al giorno [1] (nei primi 13 giorni del 2014 già 14 morti) [2], comincerebbero a capire che c'è del lavoro da fare. Tenendo conto che il loro lavoro è molto più sicuro di tutti gli altri.

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[1] La stima sale vertiginosamente a 3.6 morti/giorno se consideriamo i morti nel tragitto
[2] Fonte: Osservatorio Indipendente di Bologna morti per infortuni sul lavoro