Ipotesi #1: tutti i cittadini maggiorenni d'Italia hanno un account sul blog beppegrillo.it
Ipotesi #2: il Movimento 5 Stelle ha preso il 100% alle elezioni
Ipotesi #3: il Parlamento funziona secondo i canoni della democrazia diretta attraverso la rete.
Vediamo ora cosa succederebbe quando c'è in discussione un certo ordine del giorno, non importa quale nel merito.
Per #1 e #3, sul blog di Grillo i cittadini espongono le loro ragioni e poi votano a maggioranza semplice. Dato che non c'è un limite al numero di mozioni, potrebbero esserci diciamo 1.000.000 di mozioni e dunque una di queste potrebbe vincere con 100 voti (considerando 50 MLN di maggiorenni in Italia).
Per #2 il Parlamento, composto unicamente da cittadini portavoce del M5S, vota all'unanimità la mozione x che ha ottenuto 100 voti.
E ora applichiamo ciò, ad esempio, all'elezione del Presidente della Repubblica. Ignoriamo il fatto che a votare siano stati al massimo poche migliaia di persone, supponiamo che abbiano votato in 50 MLN.
Supponiamo che il risultato delle quirinarie sia il seguente:
- Bonino Emma 5 MLN
- Caselli Gian Carlo 5 MLN
- Fo Dario 5 MLN
- Gabanelli Milena Jola 5 MLN
- Grillo Giuseppe Piero detto Beppe 5.1 MLN
- Imposimato Ferdinando 4.9 MLN
- Prodi Romano 5 MLN
- Rodota' Stefano 5 MLN
- Strada Luigi detto Gino 5 MLN
- Zagrebelsky Gustavo 5 MLN
Dunque il PdR sarebbe Grillo Giuseppe Piero detto Beppe, votato dal 10% +1 a grandi linee dei cittadini.
Ora, a casa mia questa si chiama dittatura della maggioranza. E neanche della maggioranza assoluta, ma di una piccola maggioranza relativa.
Ora propongo a tutti gli iscritti e simpatizzanti del Movimento 5 Stelle la mia idea di come dovrebbe andare la democrazia diretta: in una situazione come quella descritta i Parlamentari dovrebbero votare in proporzione a quello che il popolo gli ha chiesto. Ma questo produrrebbe uno stallo.
Analizziamo ora invece il comportamento reale del Movimento 5 Stelle nel suo essere partito: esaminiamo cioè la modalità decisionale[1].
Osservazione #1: decisione dei candidati al Parlamento.
- Non si sa chi (dunque si presume Beppe Grillo) decide chi ha diritto al voto
- Hanno diritto al voto gli iscritti al M5S entro una certa data
- Non si sa chi (dunque si presume Beppe Grillo) decide chi ha diritto ad essere votato
- Hanno diritto ad essere votati i trombati delle amministrative più gli eletti delle amministrative che si dimettano
- Gli iscritti di ogni circoscrizione votano a maggioranza semplice i candidati
- I più votati entrano in lista in ordine di voti presi
- Non si sa chi (dunque si presume Beppe Grillo) decide chi ha diritto al voto
- Hanno diritto al voto gli iscritti al M5S entro una certa data
- Gli aventi diritto indicano un nome ciascuno
- I primi 10 nomi con i requisiti costituzionali vengono pubblicati
- Gli aventi diritto votano tra i 10
- Risulta una classifica (sic) in ordine di voti presi, ma il primo può rinunciare, nel quial caso si va al secondo e così via.
- il mezzo: si vota in rete anziché guardarsi in faccia in una sezione
- la trasparenza: fino alle cosiddette quirinarie non c'era neanche un ente a certificare[3] e comunque non ci è a tutt'oggi dato sapere quanti hanno votato e quanti voti sono andati a ognuno dei 10.
- Bonino Emma
Candidata alla regione Lazio con appoggio del PD
- Gabanelli Milena Jole (vincitrice)
Giornalista della rete pubblica a detta di Grillo (e non solo) lottizzata dal PD
- Imposimato Ferdinando
Senatore PCI-PDS
- Prodi Romano
Ideatore e fondatore nonché primo presidente del PD
- Rodota' Stefano
Parlamentare Sinistra indipendente, PCI, PDS, garante della privacy su nomina del governo PD
- Zagrebelsky Gustavo
Presidente onorario di Libertà e Giustizia, associazione che ha avuto e ha spesso scambi di vedute col PD
Per essere il M5S un partito che odia il PD, 6 su 10 non è male.
E hai voglia a dire che siamo tutti uguali. Come mai del PdL non ce n'è nessuno? Le quirinarie del M5S hanno scritto chiaro e tondo che sebbene ognuno abbia limiti ed errori anche pacchiani alle volte, non sono tutti uguali.
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[1] Se ho scritto qualcosa di non vero aspetto smentite, come sempre corredate di prove
[2] Dunque escludo il PdL in cui non esistono congressi o votazioni e decide tutto Berlusconi perché è lui che mette i soldi
[3] E guarda caso solo questa volta saltano fuori irregolarità, senza che nessun attivista si ponga dei dubbi sulla regolarità delle cosiddette parlamentarie nonj certificate da alcuno.
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Libertà assoluta, anche se mi offendi al limite ti rispondo ma non ti censuro