18 ago 2016

Perché la Riforma Costituzionale aiuterà la sinistra in Italia

Non ricordo più se era D'Alema o l'imitazione di D'Alema fatta da Sabina Guzzanti che diceva "Diciamoci la verità, l'Italia è un Paese fondamentalmente conservatore e di destra". Non è importante se fosse davvero D'Alema o Guzzanti, dato che mi stanno sulle palle entrambi ma su questa cosa, per certi versi, hanno ragione.
Dunque, veniamo alla sinistra: in questo post non mi curo e non mi interessa di sapere se questo o quel partito sia più o meno di sinistra, e non identifico la sinistra italiana con questo o quel partito, ma parlo della sinistra in generale, cioè quell'area politica che propende per l'ugaglianza dei cittadini e per l'aumento della libertà sostanziale, quel concetto espresso stupendamente dal nostro articolo 3.
Dunque, perché la riforma costituzionale aiuterebbe la sinistra?
Inizio con una rapida analisi della stessa. Sì, poteva essere scritta in modo più elegante. Sì, contiene alcuni dettagli da sistemare quando la vedremo all'opera, come i 5 senatori presidenziali e il sistema di elezione dei senatori degli enti locali.
La base e il nucleo della riforma è la ri-statalizzazione di alcuni ambiti (dopo che nel 2001 si è inseguita la Lega sul federalismo) e soprattutto la riforma del Parlamento.
Parentesi: a me il Senato venuto fuori dalla Costituente, con tutto il rispetto per quei grandi personaggi, è sempre stato parecchio sulle scatole: non ho mai capito il motivo [1] per cui nel nostro sistema una legge, un governo debbano essere decisi da un'assemblea che rappresenta tutti gli elettori (la Camera, e fin qui OK) e da un'altra assemblea che rappresenta la parte più anziana degli elettori (il Senato). E col fatto che il Senato è composto in numero dimezzato rispetto alla Camera, il voto di questa parte più anziana vale più del doppio rispetto agli elettori tra 18 e 25 anni. Poi grazie al cazzo che siamo conservatori. Chiusa parentesi.
La riforma del Parlamento trasforma il Senato in un'assemblea che rappresenta non più il corpo elettorale, ma gli enti locali. La rappresentanza del Popolo Sovrano passa ad essere esclusiva della Camera, eletta giustamente a suffragio universale. Eccetto alcune materie, il potere legislativo è appannaggio della Camera, mentre il Senato resta con una funzione tra il controllo e il consultivo, dato che l'ultima parola sulle leggi e la fiducia al Governo sono appannaggio della Camera.
Rinforza l'esecutivo? No, rinforza la stabilità dell'esecutivo. Questo è di destra o di sinistra? Non credo che c'entri nulla, un assetto istituzionale non è di destra o di sinistra, è quel che un governo fa ad essere di destra o di sinistra.
Però sono convinto che un assetto istituzionale con un esecutivo stabile sia un bene per la sinistra italiana, e quest'idea me la sono fatta con l'esperienza di questi oltre vent'anni di cosiddetta Seconda Repubblica.
Quando deve governare, la destra un accordo lo trova. Non importa se bisogna mettere insieme post missini accentratori, leghisti federalisti e secessionisti, presunti liberali e conservatori e reazionari di vario genere uniti solo da xenofobia e omofobia. La destra pur di governare un accordo lo trova, sempre.
La sinistra, invece, intanto per vincere ha bisogno di imbarcare di tutto: coalizioni senza capo né coda in cui ci sono Mastella e Diliberto, DiPietro e i socialisti, radicali, post radicali e radicali liberi, eccetera eccetera. La differenza con la destra è quel che succede dopo la (risicata, in entrambi i casi) vittoria: al contrario della destra, che pur di restare al governo lascia che a guidare il governo sia una forza territoriale e minoritaria come la Lega, la sinistra inizia a litigare perche ogni 1% vuole fare il figo con i voti degli altri.
Per questo, penso ormai da molto tempo che l'unico modo per avere politiche di sinistra sia di "approfittare" delle volte in cui vince la sinistra, dando modo di fare con i pochi governi di sinistra che capitano nella storia italiana delle riforme profonde e durature, perché comunque la destra quando governa è stabile per sua natura.
Per cui, vedo molto meglio un'Italia in cui si abbiano pochi governi di sinistra ma in grado di incidere sul Paese e sulla società che la continuazione di questo stillicidio in cui la sinistra non vince quasi mai e quando vince non è in grado di fare scelte coraggiose perché deve tenere dentro Mastella e Diliberto, DiPietro e i socialisti.

13 lug 2016

De Luca sessista?

Caro frequentatore di internet, se sei giunto qui è perché hai cliccato su un frammento di notizia che ti pareva verosimile. Ti chiedo scusa: ti ho preso per il culo. Ho usato una tecnica chiamata clic-baiting: fare un annuncio truffaldino per convincerti a cliccare sul link e a visitare il mio blog. Inizio col tranquillizzarti: non becco un centesimo dal mio blog, è solo un passatempo.

Ma veniamo alla notizia che ho pubblicato in modo truffaldino su Twitter: non è De Luca il maschietto represso che ha detto quella merda, bensì Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano. E la donna vittima di sessismo non è la sindaca Virginia Raggi, ma la ministra Maria Elena Boschi.

Riporto il repertorio, con virgolette nelle citazioni testuali: Boschi dovrebbe "intrattenere il pubblico sull’annosa ansia da prova costume, sull’endemico problema del giro-vita, sulla vexata quaestio della cellulite, o su un argomento a piacere”; “potrebbe intrattenere il pubblico sulla sua voglia di maternità, sul suo nuovo nipotino, su quanto le piacerebbe avere un fidanzato".

Hai imparato qualcosa, navigatore solerte? Spero di sì. Primo, ocio al clic-baiting. Secondo, non ti fermare ai titoli. Terzo, Travaglio è un uomo di merda incapace di criticare una ministra in quanto tale senza riportarla al ruolo di donna/schiava/zittaelava che evidentemente considera unico mestiere degno del genere femminile.

Le iscrizioni al club #anoitravagliocistasulcazzo sono sempre aperte.

28 giu 2016

I sondaggi e la memoria degli italiani: uno studio di caso (6).

Pubblico l'aggiornamento periodico (è un periodo intenso sul lavoro e non solo) del mio studio sistematico dei sondaggi.

La descrizione della tecnica e soprattutto il vademecum alla lettura dei sondaggi li trovate qui.

Visto che la legge elettorale prevede il ballottaggio tra le prime due liste, voglio azzardare una nuova stima: le probabilità di ballottaggio. La tecnica di stima la trovate qui.

NOVITÀ

Si dice spesso che dei sondaggi non bisogna tener conto come cifre assolute, ma conta la tendenza, o per chi si crede più figo il trend (parola perfettamente traducibile con "tendenza"). Ma qui entra un altro fattore di incertezza: chi è la tendenza? O meglio, quanti dati si devono tenere in conto? Quale funzione di base utilizzare per descriverla?

Qua la trama si infittisce, per cui voglio sottoporvi un esperimento: qual è la durata media della memoria degli italiani
Per questo motivo, da oggi fino alle prossime elezioni per la Camera dei Deputati porto avanti 4 diverse stime della tendenza:
  1. Retta di regressione[1] (pesata dalla cardinalità del campione) con supporto "infinito", ovvero dall'inizio dello studio (Giugno 2014. dal primo sondaggio successivo alle Europee) a 15 giorni prima delle elezioni (a meno che questa assurda legge non cambi nel frattempo);
  2. Retta di regressione pesata con supporto pari a 1 anno;
  3. Retta di regressione pesata con supporto pari a 6 mesi;
  4. Retta di regressione pesata con supporto pari a 3 mesi.
Una volta acquisiti i dati relativi alle elezioni Politiche, andrò a calcolare l'errore quadratico medio e l'errore assoluto medio e valuterò qual è il supporto che è andato più vicino a predire la realtà.

Ovvero, stimerò la memoria degli italiani.

Andiamo dunque a vedere caso per caso.

Supporto "infinito"

In pratica è lo studio eseguito fin qui. Il grafico è il seguente:



Considerando dunque una regressione a supporto infinito, i risultati finali se si votasse domani sarebbero:
  • Destra: (31.8 ± 1.5)%
  • PD: (29.5 ± 1.5)%
  • M5S: (28.6 ± 1.5)%
Andando a calcolare l'integrale delle code sovrapposte delle relative gaussiane normalizzate (vedi qui) calcolo le probabilità di ballottaggio. Le probabilità delle tre possibili combinazioni sono le seguenti:

  • Ballottaggio PD vs Destra: 67.0%
  • Ballottaggio M5S vs PD: 1.6%
  • Ballottaggio Destra vs M5S: 31.4%
Attenzione, per ottenere queste stime ho usato molte ipotesi semplificative, su tutte quella che i dati siano indipendenti, che è sicuramente falsa, ma necessaria per poter fare una trattazione analitica.

Supporto 1 anno

Qual è la tendenza, nell'ipotesi che gli italiani abbiano una memoria pari a circa un anno? Il grafico è il seguente:



Considerando dunque una regressione a supporto 1 anno, i risultati finali se si votasse domani sarebbero:
  • Destra: (31.1 ± 1.5)%
  • PD: (31.0 ± 1.5)%
  • M5S: (27.4 ± 1.5)%
Le probabilità delle tre possibili combinazioni sono le seguenti:

  • Ballottaggio PD vs Destra: 90.2%
  • Ballottaggio M5S vs PD: 3.7%
  • Ballottaggio Destra vs M5S: 6.1%

Supporto 6 mesi

Qual è la tendenza, nell'ipotesi che gli italiani abbiano una memoria pari a circa sei mesi? Il grafico è il seguente:



Considerando dunque una regressione a supporto 6 mesi, i risultati finali se si votasse domani sarebbero:
  • Destra: (30.9 ± 1.5)%
  • PD: (30.3 ± 1.5)%
  • M5S: (28.1 ± 1.5)%
Le probabilità delle tre possibili combinazioni sono le seguenti:

  • Ballottaggio PD vs Destra: 77.8%
  • Ballottaggio M5S vs PD: 6.7%
  • Ballottaggio Destra vs M5S: 15.5%


Supporto 3 mesi

Qual è la tendenza, nell'ipotesi che gli italiani abbiano una memoria pari a circa tre mesi? Il grafico è il seguente:



Considerando dunque una regressione a supporto 3 mesi, i risultati finali se si votasse domani sarebbero:
  • Destra: (29.6 ± 1.5)%
  • PD: (30.5 ± 1.5)%
  • M5S: (29.2 ± 1.5)%
Le probabilità delle tre possibili combinazioni sono le seguenti:

  • Ballottaggio PD vs Destra: 53.9%
  • Ballottaggio M5S vs PD: 22.5%
  • Ballottaggio Destra vs M5S: 23.6%